Entro 12 mesi dalla morte di una persona è necessario presentare la dichiarazione di successione, un adempimento fiscale indirizzato all’Agenzia delle Entrate. Spesso però si cade in errore su chi deve presentare la dichiarazione di successione.
La dichiarazione di successione non è obbligatoria quando gli eredi sono il coniuge o i parenti in linea retta a condizione che l’attivo dell’eredità non sia superiore a 100mila euro e nell’eredità non siano presenti immobili o diritti reali immobiliari. Un altro caso in cui la dichiarazione di successione non è obbligatoria è quando tutti gli eredi rinunciano all’eredità.
Chi rinuncia all’eredità deve fare la dichiarazione di successione? No. In particolare, il chiamato all’eredità, non è obbligato a presentare la dichiarazione ma ne deve dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate competente a mezzo posta raccomandata allegando copia autentica della dichiarazione di rinuncia o dell’istanza di nomina del curatore.
Devono presentare la dichiarazione:
- l’erede;
- il chiamato all’eredità (che non abbia rinunciato);
- il legatario;
- l’amministratore dell’eredità;
- il curatore dell’eredità giacente;
- l’esecutore testamentario;
- in caso di assenza, il soggetto immesso nel possesso temporaneo dei beni.
Se sono presenti più eredi non è necessario che tutti presentino la dichiarazione di successione; basta infatti che a curare l’adempimento sia anche solo uno di questi. La dichiarazione di successione, infatti, deve essere una sola e non una per ogni erede.
Nel momento in cui si esegue la dichiarazione di successione bisogna presentare i seguenti documenti:
- dichiarazione sostitutiva del certificato di morte (esente da bollo);
- dichiarazione sostitutiva dello stato di famiglia (esente da bollo) del defunto, degli eredi, e dei legatari, in rapporto di parentela o affinità con il defunto, oppure i documenti di prova della parentela naturale;
- copia dell’eventuale testamento con dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante che la stessa costituisce copia dell’originale;
- copia dell’eventuale accordo per l’integrazione, in caso di lesione, dei diritti di legittima con dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante che la stessa costituisce copia dell’originale;
- copia ultimo bilancio o inventario dell’azienda in successione da cui risulti il patrimonio netto dell’azienda al momento della successione;
- copia pubblicazioni o prospetti redatti a norma di legge o regolamento da cui risulti il valore dei titoli o delle quote di partecipazione a fondi comuni di investimento cadute in successione;
- copia dell’eventuale verbale di inventario dell’eredità con dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante che la stessa costituisce copia dell’originale;
- copia autentica del documento avente data anteriore all’apertura delle successione, attestante i debiti del defunto, oppure provvedimento giursidizionale definitivo; in mancanza, il debito deve risultare da dichiarazione di sussistenza del debito scaricabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate e sottoscritto da uno dei soggetti obbligati alla dichiarazione e dal creditore;
- eventuali certificati di sussistenza di credito (es. certificazione bancaria o postale);
- copia documento d’identità di chi, diverso dal dichiarante, sottoscrive dichiarazione sostitutiva.