Stop alle cartelle esattoriali con debiti minimi.

Il disegno di legge in discussione alla Camera mira a modificare la legge del 1973 in materia di riscossione dei debiti cartelle esattoriali: la normativa del 1973 – ancora attualmente vigente – prevede che l’iscrizione a ruolo di debiti nei confronti dell’erario sia consentita per importi superiori a 20mila lire. Il valore in questione – che fa quasi sorridere per la sua irrisorietà – è ovviamente anacronistico e per nulla al passo con i tempi.

La nuova soglia che la riforma intende introdurre è più elevata ed ovviamente più al passo con i tempi e con il costo della vita. L’intento principale della riforma è quello di impedire l’iscrizione a ruolo di importi molto bassi e allo stesso tempo di incentivare altre forme di recupero. Il nuovo valore proposto dal disegno di legge è pari al triplo del contributo unificato che si sarebbe dovuto pagare per iscrivere la causa al ruolo civile, penale o amministrativo. Questo importo al momento è pari a 43 euro, per cui il limite per la riscossione mediante ruolo sarebbe limitato a debiti di valore superiore a 129 euro. Detto in parole semplici: per importi inferiori a 129 euro il fisco non potrebbe più procedere a riscuotere mediante ruolo il proprio credito e, dunque, non sarebbero più notificate cartelle esattoriali di importo pari o inferiore. Se la proposta diventerà legge vorrà dire che i contribuenti si vedranno recapitare una cartella esattoriale solo in caso di debito superiore a 129 euro.

Ovviamente per dire addio alle cartelle esattoriali di piccolo importo sarà necessario attendere che il disegno di legge completi il suo iter parlamentare e dunque diventi legge dello Stato.

Se così sarà, le novità in punto di cartelle esattoriali saranno anche altre. Cambierebbero, infatti, le regole per la richiesta di rateazione del debito. Scopo della riforma in proposito è favorire il recupero bonario dei debiti iscritti a ruolo, evitando l’esecuzione forzata. Per tale motivo, la richiesta di rateazione fatta dal debitore, per espressa previsione di legge, non equivale ad un riconoscimento del debito. È possibile, pertanto, per il debitore accedere al piano di rateazione del debito, mantenendo intatti i suoi diritti di contestarlo.

Con la proposta di riforma in commento cambierebbero altresì i tassi di interesse. Secondo le nuove disposizioni, infatti, il tasso di interesse per ritardata iscrizione a ruolo e gli interessi di mora non possono superare il tasso di interesse legale annuo. Inoltre, è fatto espresso divieto di anatocismo ed è previsto che nell’atto impositivo sia indicata la misura degli interessi applicati con le relative modalità di calcolo.

Con l’obiettivo inoltre di garantire la trasparenza dell’operato del concessionario, è previsto che il ruolo e la cartella contengano – a pena di nullità – una serie di dati informativi sia soggettivi in ordine al debitore sia oggettivi in ordine al debito e agli eventuali atti già notificati.

Il disegno di legge si propone di apportare modifiche anche alla legge del 2012 in merito alla procedura di sospensione della riscossione. L’obiettivo dichiarato nella proposta di modifica è quello di dare al contribuente maggiori strumenti di tutela nei casi di procedure illegittime attraverso l’ampliamento del novero delle fattispecie che consentono di accedere al beneficio della sospensione.

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